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​Un tecnico e un vandalo. L’umorismo frassichiano tra anarchia linguistica e rigore parodico​

Nel 1985, in una delle trasmissioni più rivoluzionarie della storia della televisione italiana, Quelli della notte, faceva il suo ingresso un frate improbabile, proveniente da un’imprecisata località chiamata Scasazza, armato di saggezza contadina, detti storpiati e intuizioni teologiche da avanspettacolo. Si chiamava Frate Antonino, ed era la prima grande maschera pubblica di Nino Frassica. Da allora, il suo linguaggio ha contaminato ogni mezzo espressivo – televisione, radio, cinema, teatro, stampa – e si è sedimentato nel vocabolario collettivo come uno degli idiomi più inclassificabili, eppure familiari, della comicità italiana.

È da questo straordinario corpus che parte la tesi di Matteo Abrami, Un tecnico e un vandalo. La comicità di Nino Frassica, un lavoro accademico di rara accuratezza e passione, che analizza, sistematizza e storicizza la figura di Frassica come intellettuale dell’assurdo e come autore comico degno di studio accademico. Un contributo che l’Osservatorio Feldman, di cui Frassica è membro del comitato scientifico, accoglie con entusiasmo e riconoscenza.

Dal nonsense al metodo: la grammatica della disgregazione

L’opera di Abrami mostra come Frassica non sia semplicemente “surreale”, come spesso e superficialmente viene definito. Il suo umorismo non è un’evanescente deriva dadaista, ma una precisa strategia di boicottaggio del linguaggio. Le sue battute non scardinano la realtà in senso psichedelico o visionario, ma ne svelano le crepe attraverso slittamenti logici, contraddizioni interne, accelerazioni semantiche. Un esempio fra tutti: “Pronto? Sono un mio ammiratore.” È insieme un sabotaggio del registro comunicativo convenzionale e un’affermazione quasi filosofica sul sé.

Ionesco al bar di Galati Marina

Abrami dedica ampio spazio ai riferimenti culturali e teatrali di Frassica, con particolare attenzione a Ionesco, Beckett e Campanile. Il giovane Nino legge La cantatrice calva e fonda una compagnia teatrale chiamata I figli pelosi della cantatrice calva: non è omaggio ironico, ma dichiarazione di poetica. Nella sua comicità, l’assurdo non è mai estetico fine a se stesso, ma sempre funzionale a scoprire i meccanismi nascosti del linguaggio quotidiano e delle sue ritualità ipocrite.

Come giustamente nota Abrami, Frassica non vuole "far ridere a ogni costo": vuole disorientare. E lo fa spesso lavorando sui formati più codificati della comunicazione popolare: quiz show, talk show, fiction. Non li distrugge, li disarticola dall’interno.

La frassicologia: un campo di studio aperto

La tesi si configura anche come un primo tentativo sistematico di fondare una “frassicologia”, uno spazio teorico per analizzare i modi, le forme e i contenuti dell’opera frassichiana. Da Indietro tutta! a Programmone, fino ai disegni astratti fatti sul retro dei copioni di Don Matteo, Frassica appare come un artista concettuale che ha scelto il comico come forma di linguaggio, e il linguaggio come bersaglio.

Per l’Osservatorio Feldman, che indaga l’umorismo come forza epistemologica e antropologica trasversale, questo studio è un punto di partenza ideale per una riflessione più ampia: su come l’assurdo, il paradossale, l’anomalo, siano modalità privilegiate per comprendere il reale – e magari per cambiarlo.

Post Scriptum: elogio dei baffi

Chiunque abbia incontrato Frassica di persona ricorda una cosa: i suoi baffi sembrano appoggiati sul volto come un accessorio. Matteo Abrami lo nota nella sua introduzione autobiografica, raccontando l’incontro in un centro commerciale genovese, quando da bambino timido trovò il coraggio di partecipare a un concorso per giovani comici. A fargli superare l’ansia fu una battuta di Frassica. Come tante volte succederà, nel magma indistinto delle paure infantili, a salvarlo fu il paradosso, la gentilezza, l’assurdo. In una parola: l’umorismo.

E forse è questa la lezione più grande che il lavoro di Abrami e l’opera di Frassica ci consegnano: che una battuta ben calibrata può essere un atto filosofico, una forma di cura, un gesto di resistenza.

Scarica la tesi completa:

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