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La libertà di espressione e l'umorismo in tribunale:
due importanti riflessioni di João Paulo Capelotti

Nel mondo contemporaneo, l'umorismo è molto più di una semplice forma di intrattenimento: è uno strumento culturale, sociale e politico. Tuttavia, proprio per il suo potenziale di provocazione, può anche diventare terreno di scontro legale e sociale.

Su questo tema così delicato e affascinante, il nostro collega brasiliano João Paulo Capelotti, membro del comitato scientifico dell'Osservatorio Feldman, ha recentemente offerto due contributi di grande rilievo.

Nel primo lavoro, presentato alla Conferenza dell'Associazione di Studi Critici sull’Umorismo a Pomona College, Capelotti analizza diversi casi giudiziari intentati contro stand-up comedian in Brasile​.

Attraverso esempi concreti, descrive come il sistema legale brasiliano si trovi ancora impreparato a gestire i conflitti tra libertà artistica e protezione dei diritti individuali.

Capelotti osserva: "I comici brasiliani ancora faticano a negoziare una battuta come una battuta, dando per scontato che tutto ciò che dicono sul palco o fuori sarà preso alla leggera o privato del suo potenziale offensivo"​.

Un passaggio emblematico di questa analisi riguarda il caso di un comico che, denunciato per aver deriso una persona disabile, si è visto negare la richiesta di archiviazione anticipata:"Sarebbe prematuro chiudere il procedimento senza una piena istruzione probatoria per determinare se ci sia stato o meno un reato o se le sue osservazioni possano essere interpretate come 'solo una battuta'"​.​

Il secondo contributo, pubblicato nel European Journal of Humour Research, si concentra sul caso di Leo Lins, un comico noto per il suo umorismo provocatorio e controverso​. Lins è stato accusato di diffondere discorsi discriminatori nei suoi spettacoli e ha affrontato gravi restrizioni giudiziarie, tra cui la rimozione dei suoi video da YouTube e il divieto di fare battute su temi sensibili.

Capelotti racconta come la Corte Suprema brasiliana sia intervenuta per revocare queste misure, sottolineando che: "La proibizione ampia e generica imposta al comico – che impediva qualsiasi contenuto ritenuto offensivo – costituiva censura preventiva, un'evidente violazione della Costituzione"​.​

Nel suo studio, Capelotti sottolinea un punto fondamentale:

"La comicità spesso opera oltrepassando limiti o minacciando di farlo. I palcoscenici riflettono guerre culturali, polarizzazione politica e l'analfabetismo satirico che caratterizza molte società contemporanee"​.

Attraverso questi due contributi, emerge con forza l'importanza di difendere la libertà di espressione, anche quando i contenuti ci mettono a disagio. Ma Capelotti ci invita anche alla responsabilità:"Non possiamo permettere che la formula 'era solo una battuta' diventi uno scudo per discorsi di odio o per discriminazioni mascherate da comicità"​.

La riflessione è più attuale che mai. In un'epoca segnata da forti polarizzazioni politiche e da una sensibilità crescente sui temi dell'identità e dei diritti, è fondamentale interrogarsi su dove finisce la libertà creativa e dove comincia la tutela della dignità umana.

Per chi desidera approfondire queste tematiche complesse e stimolanti, è possibile scaricare e leggere i documenti integrali,

che offrono uno sguardo unico sul panorama culturale, giuridico e sociale del Brasile contemporaneo.

Conferenza dell'Associazione di Studi Critici sull’Umorismo

Articolo pubblicato sull'European Journal of Humour Research, riguardo il caso di Leo Lins

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