
Tipologia Evento:
conferenza​
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Data:
7 novembre 2025
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Orario:
18-19​
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Location:​
Sala Conferenze di Rovereto
della Fondazione Caritro,
Palazzo del Bene
78 Corso Bettini 38068 Rovereto
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Ingresso:
previa iscrizione
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L’AI che non fa ridere (e nemmeno io sono molto bravo). Un viaggio tra umorismo, intelligenza artificiale e creatività umana.
La conferenza “L’AI che non fa ridere (e nemmeno io sono molto bravo)” si inserisce nel programma del Festival Informatici Senza Frontiere 2025, che torna a Rovereto (TN) dal 6 all’8 novembre per la sua decima edizione.
Il tema di quest’anno, “Antropomorfi digitali”, invita a riflettere su come le tecnologie stiano progressivamente emulando o amplificando le capacità umane: dall’intelligenza artificiale alla robotica, dai dispositivi indossabili alle interfacce avanzate. Tre giorni di talk, dibattiti, incontri, laboratori e momenti di spettacolo offriranno uno spazio di confronto sui grandi temi della cultura, dell’economia e della società digitale, con un’attenzione particolare ai rischi e alle opportunità legati all’uso consapevole della tecnologia.
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In questo contesto si colloca la domanda, solo in apparenza semplice: perché l’intelligenza artificiale non è ancora capace di farci davvero ridere?
È il punto di partenza dell’incontro condotto da Sergio Spaccavento, creativo pubblicitario, autore televisivo, radiofonico e cinematografico, docente universitario e presidente dell’Osservatorio Feldman, che guiderà il pubblico in un viaggio attraverso le tappe evolutive dell’AI, dalle origini ai futuri scenari dominati da machine learning e deep learning.
Non si tratta, tuttavia, di una lezione tecnica, ma di una riflessione filosofica e culturale sulle differenze tra creatività umana e creatività computazionale, sul ruolo sempre più ambiguo del “creativo” nell’era delle macchine pensanti, e sui fenomeni curiosi e paradossali dell’AI contemporanea – come l’AIsplaining e le allucinazioni digitali – interpretati come tentativi (ancora imperfetti) di atti creativi.
Attraverso ironia, analisi e un pizzico di autoironia, l’incontro invita a riflettere su cosa ci rende davvero umani quando ridiamo, e sul motivo per cui, almeno per ora, le macchine non ci arrivano.
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